Testimonianze dei ragazzi del 58° Circolo scuola "Kennedy"
Io a questo carnevale mi sono divertita moltissimo perché è stata la prima volta che ha collaborato anche la mia classe e qualche altra.
Noi abbiamo fatto un bruco di stoffa dove entravano dentro 21 ragazzi: 19 nel corpo e due nella testa.
La testa del bruco era fatta con due ombrelli vecchi.
I bambini che andavano nel corpo cacciavano la testa fuori atraverso alcuni buchi.
Durante la settimana di preparazione è venuta Mirella, mia madre, con la macchina per cucire e ci ha aiutati a cucire la stoffa.
Sono venute anche altre persone del Gridas, che hanno organizzato il carnevale con Felice.
Ognuno di noi si è fatto un cappello di cartoncino da mettersi nel bruco in modo che era più bello l'effetto.
Io mi ero fatta un cappello con le alucce e lo avevo colorato giallo con una striscia blu e le alucce rosse.
Sotto c'erano attaccate due fettucce verdi da legare sotto il mento per reggere il cappello.
Io mi sono divertita perché abbiamo anche cucito a mano e mi piaceva molto.
Poi nessuno sapeva cucire ed Anna Maria, la mia maestra, ci ha insegnato e insegnava ad ognuno un punto diverso.
C'erano stoffe di tutti i tipi e di tutti i colori.
A questo carnevale noi non abbiamo speso niente perché abbiamo portato solo cose che non ci servivano.
Ognuno di noi aveva un cartone arrotolato e legato sulle spalle in modo che il bruco non sembrava ammosciato a si teneva più gonfio e sembrava più chiatto.
Il nostro lavoro però è servito a qualcosa: quando siamo usciti dalla scuola travestiti con le nostre maschere abbiamo manifestato alla gente di tutta Secondigliano che noi vogliamo la pace e non la guerra che ha portato solo e sempre la distruzione.
La scuola Kennedy non è attrezzata di laboratori per deipingere e lavorare. La nostra scuola ci ha delle cucine vecchie che nessuno usa da tanti anni. Si potrebbero mettere a nuovo le stanze dove sono depositate le cucine e costruire dei laboratori.
Debbo dire che c'era un sacco di gente che si è divertita.
La classe mia aveva fatto una canzone sola ma bella che diceva così:
"Siamo i bambini di questo rione,
che a carnevale vogliamo cantare,
Voi che guardate
da sopra il balcone
scendete in piazza
venite a gridare:
il mondo è nostro
il mondo ci piace
abbasso la guerra
vogliamo la pace".
La gente scendeva davvero e si fece una grande folla che veniva appresso a noi a fare il giro del rione.
La cosa che ci ha colpito di più è stata che per la prima volta abbiamo lavorato con le altre classi.
Io sono stata molto orgogliosa perché abbiamo fatto vedere a tutti le nostre capacità.
Solo che non eravamo molto organizzati perché la nostra aula non è poi tanto grande.
Nella scuola dovrebbero mettere grandi sale dove potremmo sporcare e dove potremmo lavorare manualmente.
Mi è piaciuto questo carnevale perché quando cantavamo scendete giù alcuni ci stavano a sentire e io sono stata molto felice.
Io sul mio carnevale ho pensato molto e ho capito che è bello comunicare alla gente e con gli amici.
Per me questa pensata del bruco forse ha fatto capire che noi vogliamo la pace.
...poi all'improvviso noi dicevamo tutti insieme: "vogliamo la pace!!!" a noi ci è piaciuto molto cantare, ballare, ecc.
e poi tutti erano contenti come me se no non partecipavano.
Quando abbiamo lavorato a costruire il drago abbiamo attaccato, abbiamo cucito, abbiamo pittato, ecc. è stato anche molto bello fare tutti questi lavori.
Il drago è uscito molto bello perché tutti noi abbiamo collaborato a farlo: chi cuciva, chi tagliava, chi faceva i cappellini, chi pitturava...
La domenica io provai una grande commozione perché era la prima volta che comunicavamo con il rione.
A scuola invece di darci il cibo comprassero un'altra scuola con una classe per dipingere, una stanza per proiettare dei filmini. A me mi ha colpito i più la casa con il fiore sopra, quello mi ha colpito di più.
A Miano si incominciò a rompere il bruco davanti perché si mettevano i ragazzi di fuori la strada e lo stracciavano.
Quando siamo arrivati a metà strada io e Stefania siamo uscite dal drago e ci siamo divertite a truccarci: ci siamo fatte un occhio nero.
La nostra classe, con l'aiuto di Felice e di qualche altra persona del Gridas ha lavorato per fare le maschere per il carnevale di quest'anno.
Questo carnevale ha avuto però per noi uno speciale significato: le maschere infatti volevano essere un messaggio di pace contro la guerra e contro il male che c'è nel mondo.
Io ho lavorato con Giovanna, Mariangela, Anna Maria, Susi per costruire le maschere della pera, uno dei simboli della vita.
Con queste ed altre maschere dovevamo poi andare al corteo di domenica 4 marzo.
Io mi sono divertito a costruire le maschere e a dipingerle.
Sono stati fatti tanti tipi di maschere: il fiore, il sole, la pera, la gallina, il cavallo, dalla parte della vita; lo scheletro, il fantasma, il missile nucleare, dalla parte della morte.
Non abbiamo speso niente per costruire le maschere, usando solo il materiale come fustini, scatoli di scarpe, giornali, stoffa e cartoncini.
Mirella, la mamma di Giovanna, ha portato a scuola la macchina per cucire per aiutare a cucire le stoffe per le pere.
Al corteo mi sono incontrata con le mie compagne e con tanti compagni di altre classi. La classe di Martina aveva costruito un grosso e lungo bruco nel quale camminavano in corteo 21 ragazzi!
Alcuni ragazzi reggevano un missile di cartapesta.
Mirella suonava la grancassa e Pina i piatti, mentre tutti noi cantavamo canzoni belline e ballavamo.
Io mi sono divertito molto quando lo scheletro ha cominciato a ballare con una vecchia.
Un vecchio con un'enorme maschera a forma di fiasco sulla testa, mi ha chiesto se volevo un po' di vino.
Il corteo si è mosso dal centro sociale alle quattro vie, poi nella Masseria Cardone e nella piazza del municipio di Secondigliano.
Questo carnevale è stato diverso e più divertente.