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San Ghetto non rilascia interviste

Duramente respinto cronista di una nota emittente cittadina

Il Santo aderirà al V-Day del 25 aprile?



Catello Minuocchio
Domenica 3 febbraio 2008

Sconcertante episodio di violenza a Scampìa durante il corteo di chiusura della 26^ edizione del Carnevale di quartiere: S. Ghetto, il venerato santo protettore delle periferie napoletane, ha letteralmente aggredito un valoroso collega della nota emittente televisiva TeleWallera che gli chiedeva la sua opinione nel merito della situazione critica nella quale versa la Regione e più in generale il Paese.

Il Santo, la cui immagine è custodita al GRIDAS di Scampìa presso l’arciconfraternita del Sacro Ordine dei Risvegliati, ha reagito alle domande del giornalista con una inaspettata quanto poderosa manata sul microfono, con conseguente rimbalzo del medesimo sugli incisivi, che ha spento ipso facto ogni velleità di indagine del cronista al quale, presso il pronto soccorso del più vicino nosocomio, sono state riscontrate lesioni, guaribili in giorni quindici salvo complicazioni.

Tenendoci prudentemente distanti dal maestoso simulacro, abbiamo chiesto ad alcuni dei presenti, come noi testimoni del fatto sconcertante, un’interpretazione sull’inspiegabile comportamento del Santo noto per la sua tolleranza e bonarietà: la sig. Concetta L., anziana abitante del quartiere, ha giustificato l’atto violento ipotizzando che il Santo sia pervenuto al sommo del disgusto e dell’indignazione per le condizioni precarie in cui versano i pensionati del quartiere ai quali da anni si fanno promesse di condizioni di vita più umane, puntualmente disattese dalla classe politica.

Il sig. Gaetano M., cassintegrato, ha invece interpretato il gesto come una chiara presa di posizione del Venerato a favore dei disoccupati e degli incapienti i cui problemi non sono stati avviati a soluzione da nessuno dei governi che si sono succeduti alla guida del paese.

Giusi P., nubile, lavoratrice madre, ha invece ravvisato nella mancanza di sostegno alle ragazze madri e nella carenza di asili nido, che pure in gran numero si levano abbandonati e degradati nel quartiere, le motivazioni dell’ indignazione che ha condotto il Santo a colpire il malcapitato giornalista a cui, per altro, va tutta la nostra solidarietà.

Alle pur giuste interpretazioni che ci sono state fornite dai cittadini, di cui abbiamo riferito, e alle molte altre opinioni che non citiamo per brevità sentiamo tuttavia il dovere di opporre con fermezza la nostra lettura dei fatti che, affatto scevra da ogni forma di qualunquismo, ravvisa le motivazioni del gesto innanzitutto nell’imperante sentimento di sfiducia nei confronti delle istituzioni, della classe politica e degli operatori dell’informazione che dalla città di Colombo un guitto di dubbie capacità va diffondendo nelle piazze.

Non è affatto un caso che la violenza sconsiderata, che siamo certi le gerarchie ecclesiastiche della Città e del Paese unanimemente condanneranno, si sia abbattuta su uno zelante rappresentante del mondo dell’informazione che, dalle frequenze della gloriosa emittente nella quale instancabile e indefesso presta la sua opera, quotidianamente e minutamente ci informa degli avvenimenti più importanti per la vita della nostra città.

Memorabili i servizi sullo shopping e sulle quotidiane abluzioni di sua Eminenza il cardinale La Rocchia; epocali i reportage sui fatti di cronaca più efferati (il caso dello sventratore di Cocuzzo Pircazzi oppure il mistero dello stupratore di galline della valle del Trunzo); magistrale la profondità delle analisi del rendimento della nostra amata squadra di CALCIO che tanto conforto reca ai pacifici e numerosi tifosi e tanto onore reca alla nostra amata Città.

Alla luce di queste considerazioni non ci sentiamo di escludere che nell’esecrato prossimo 25 aprile, data già nefasta al cuore di quanti avversano l’odio, la furia e la congiura comunista, tra le turbe del V-Day contro i giornalisti e quanti si adoperano per una informazione democratica e pluralista, vedremo svettare la sinistra sagoma di San Ghetto che, sicuramente seccato e stizzito per la presenza del folto schieramento di forze dell’ordine che meritoriamente sorvegliavano i convenuti alla manifestazione (duemila secondo gli organizzatori, 350 secondo la Questura), ha finalmente gettato la maschera per rivelarsi per quello che è: un pericoloso agitatore di folle, un facinoroso, un istigatore dei diseredati alla violenza e all’odio di classe. Ma noi non ci faremo intimidire e terremo testa a tutti i San Ghetti, quelli di oggi e quelli che verranno. La nostra parola d’ordine è una sola: RESISTERE, RESISTERE, RESISTERE!

San Ghetto non rilascia interviste