Il lavoro minorile nel mondo e la liberazione dalle schiavitù quotidiane
14 - 15 dicembre 1996.
Murales a Barra (Napoli), sulle pareti intere della recinzione della piazza della ricostruzione (219): il lavoro minorile nel mondo e la liberazione dalle schiavitù quotidiane.Testo illustrativo
Un mural sui diritti dei bambini a Barra
A conclusione di una settimana di manifestazioni sui diritti dei bambini, organizzata dall'associazione Arcobaleno si sono realizzati dei murales sulle pareti curve all'esterno delle strutture di piazza Bisignano.
Si tratta di tre pareti alte cinque metri, per sei di lunghezza, complessivamente circa 90 metri quadrati.
Da una rflessione sulla condizione dell'infanzia, e non solo, nella nostra realtà, è nato il progetto, stimolato anche dai disegni dei ragazzi di due classi di una scuola media.
Si sono coinvolti nel disegno anche gli elementi cosmici, la luna, il sole, che intervengono nella quotidianità. Così, sul muro a sinistra si è rappresentata la luna che con uno dei suoi raggi dà la mano ad una bambina, in un paesaggio di lussureggianti piante (il diritto al verde, ma anche alla fantasia, al favoloso approccio alla vita).
Sul muro all'altra estremità della struttura, anche il sole, raggiante, acceso, ha i raggi che terminano con mani che aprono le grate di recinzione del nostro carcere quotidiano: case tutte uguali, tutti inscatolati, ma, dove le sbarre si aprono, si intravede un antico casale, allusione a un'antica civiltà di costruzioni attente alla dimensione umana, ai bisogni di vita, più che ad uno sfruttamento dissennato del territorio.
Sul frontone del casale c'è un orologio senza lancette, reminiscenza delle invenzioni del surrealismo, ma anche suggestione della contemporaneità di esperienze umane di epoche diverse: l'ora della nostra presa di coscienza è sempre!
Sul muro centrale c'è un disegno che rappresenta la liberazione dei bambini dalle situazioni di sfruttamento e di oppressione così diffuse nel nostro mondo.
In basso ci sono le esemplificazioni dei casi di sfruttamento dell'infanzia, dai bambini pachistani, costretti ad annodare tappeti dall'età di tre anni, alle ragazze costrette, per decine di ore al giorno, per una paga ridicola, a cucire jeans e camicie, al ragazzo del bar, al ragazzo "gommista", al ragazzo facchino, trasportatore di casse di bibite o di altro.
Sullo sfondo c'è l'allusione alle perenni migrazioni di poveri cristi, per esempio nel centro Africa, dove la condizione dei piccoli è più disperata. Ma sopra questo panorama disgraziato ci sono un bambino e una bambina che volano, liberi.
Le ali sono quelle colorate delle farfalle, perché volare è gioia, ma anche per allusione al fatto che una settimana di attenzione ai problemi dei bambini non basta a distruggere le ingiustizie del nostro mondo, è allora effimera, come la vita delle farfalle, anche se è un seme suscettibile di futuri sviluppi e prese di coscienza, che la ludoteca continuerà a realizzare nella quotidianità.
14-16 dicembre 1996.