Dove corre il mondo?
13 - 28 maggio 1994.
Murales con cinque classi della scuola elementare “Nazario Sauro”, 61° Circolo, Napoli.
Conservato.
Testo illustrativo
Nell’ambito delle iniziative del coordinamento antivertice “Il Cerchio dei Popoli” si sono realizzati dei murales per comunicare alla gente comune come andava vista la cosa (il “G 7”), quali le responsabilità dei SETTE CHIAVICI PIÙ UNO STRONZO, per lasciare una traccia, più durevole della passerella napoletana dei “sette grandi”, che aiutasse a pensare e a riflettere.
Dei murales a Napoli, soprattutto perché qui c’è il GRIDAS, il più prolifico gruppo di muralisti del mondo: centotrenta murales realizzati in tredici anni, in giro per l’Italia, nella più completa indifferenza dei cosiddetti “intellettuali”, anche se “compagni”!
Fare un mural significa utilizzare una forma d’arte popolare perché sottratta alla speculazione economica, e comprensibile ai più, come strumento di comunicazione politica: avere l’occasione di contattare la gente comune, incuriosita dal fatto che si stia dipingendo un muro, e poterci parlare, dire perché lo si fa, che senso ha, perché quelle immagini, a che serve, come la vedete voi, ecc.
È una maniera efficace e comprensibile di comunicare contenuti politici significativi in maniera coinvolgente, e perciò efficace, certo molto più utile della diffusione di volantini partoriti con grande travaglio, concettosi e scritti fitti fitti, che nessuno legge, tipici della sinistra “più sinistra” e perciò più lontana dalla mentalità e dagli interessi della gente comune.
Lo scopo è stato pienamente raggiunto, ma c’è stata una serie di fatti, provocati dalla realizzazione dei murales, che fanno preoccupare, o sbellicarsi dalle risa, o, se si vuole, sconvolgono per la loro assurdità (incredibili, ma veri!).
Il primo mural: “DOVE CORRE IL MONDO?”: un pezzetto (sedici metri quadrati) a conclusione dei murales realizzati con cinque classi di terza elementare, al 61° Circolo Didattico: il simbolo, non molto apprezzato dagli “intellettuali” del coordinamento, del Cerchio dei Popoli.
Un mappamondo, che caccia denari in corrispondenza dell’emisfero nord e caccia sangue e ossa di morto in corrispondenza dell’emisfero sud, ma è contornato da una teoria di figurine, come quelle ritagliate nella carta, tutte uguali di dimensione, ma dei colori dell’arcobaleno: “Bianco, rosso, giallo, nero: nessuno più al mondo dev’essere straniero!”, lo slogan gridato alla manifestazione “alternativa” del Primo Maggio a Napoli.
Ma è un mondo che corre, calpestando i simboli dell’ingiustizia: droga, armi, media, un gagliardetto fascista dietro una ragnatela, e, soprattutto il denaro, verso il mondo colorato e pacifico inventato dai bambini sulle pareti esterne della scuola, girato l’angolo, per circa centocinquanta metri quadrati.
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Estratto da I murales "anti G7" del GRIDAS: una storia tutta da ridere