La scuola, luogo di progettazione e costruzione di un uomo nuovo
11 - 20 maggio 1987.
Murale al liceo scientifico “F. Brunelleschi” di Afragola (Na), con alcuni (pochi) alunni, circa duecento metri quadrati sui muri attorno all’ingresso: c’è un foglio bianco dipinto sulla parete grigia alta otto metri, con un disegno ispirato a Villard de Honnecourt, dove la cornea di un occhio si fa motore del lavoro del cervello, le macchine per volare e l’astrologia, il cavallo alato e l’arcobaleno, la progettazione e la fabbricazione dell’uomo ecologico con il sole al posto della testa (un motore solare?) ma anche il laboratorio rinascimentale e i fogli di ser Filippo col progetto della cupola e grandi fiori e animali surreali e l’erba dentro le bombe e nell’elmetto.
Vedi anche l'altro mural al Liceo “Brunelleschi”.
L'immagine della costruzione dell'uomo nuovo, presente nel murale all'ingresso, è poi diventata il logo ufficiale del Liceo "Brunelleschi" di Afragola ed è riportata sui documenti del Liceo nonché sugli striscioni utilizzati dagli studenti in varie occasioni.Testo illustrativo
La Scuola: luogo di progettazione e fabbricazione di un uomo nuovo
Un Murale al Liceo di Afragola
Chiamati da una studentessa, ci è stata proposta la realizzazione di un murale al Liceo Scientifico "Brunelleschi" di Afragola. L'idea di un murale era nata durante gli incontri realizzatisi al liceo su pace ed ecologia e perciò il tema propostoci era "qualcosa sulla pace e l'ecologia". Dato il mancato coinvolgimento di insegnanti, gli incontri con gli studenti si sono svolti per pochi minuti per i corridoi-ballatoi del liceo senza arrivare a una progettazione precisa di ciò che si doveva fare, senza tradurre prima in immagini le due idee di base. Per cui il murale si è andato definendo e precisando nel suo farsi: una specie di opera aperta.
Si è cominciato, come al solito, dalla scelta del muro.
Si era pensato prima ad un muro di tufi lungo il recinto della scuola, ma lo si è scartato perché tropo periferico e perché le condizioni della superficie, ricoperta di intonaco in via di sgretolamento, non permetteva un intervento pittorico senza una previa intonacatura. Si è pensato poi alle balaustre in cemento armato dei ballatoi che corrono lungo i lati dell'atrio triangolare e si è cominciato a studiare come produrre delle immagini che si adattassero alle strisce orizzontali e come risolvere i problemi di altezza, ponteggi, ecc. Poi il consiglio d'istituto ha deciso che invece era meglio lavorare all'esterno per produrre un messaggio direttamente indirizzato-proteso alla gente.
La costruzione in cemento armato e vetro proponeva un discorso articolato su fasce e piani diversi, attorno all'ingresso della scuola, che è sotto un corpo di fabbrica a sbalzo, sorretto da colonne. Spruzzando sulle pareti il fissativo per la pittura ci si è resi conto della difficoltà di raggiungere in altezza alcune superfici, nonostante la disponibilità di un ponteggio mobile, per cui alcune fasce di muro su cui si era pensato di intervenire si sono dovute escludere.
Si è cominciato a dipingere dal corpo di fabbrica a sinistra dell'ingresso, dov'era possibile lavorare a livello del terreno. Immagini che riassumono il tema propostoci, pace ed ecologia, nelle figure di grandi fiori ed animali che nascono su strumenti di guerra ed armi: fiori piantati in un elmetto rovesciato e nella carcassa di una bomba e fra i cingoli di un mezzo corazzato, ed hanno ragione di attentati inquinanti, simboleggiati da una storta e da un bidone rovesciato che spargono il loro contenuto micidiale.
Seguendo la parete curva si arriva all'ingresso esterno della biblioteca e si è pensato di continuare il discorso legandolo agli strumenti che permettono la formazione di una cultura ecologica e di pace. Si sono dipinte le immagini di grandi libri da cui escono piante fantastiche.
Insieme con i libri, gli strumenti di elaborazione culturale e di indagine scientifica, che illustrano l'idea di scuola come laboratorio. Si sono disegnati dei fogli sul muro, anche questo curvo, attorno al corpo della biblioteca.
Sul primo foglio un disegno allusivo al progetto della cupola del Brunelleschi di S. Maria del Fiore, come omaggio allo straordinario personaggio cui è intitolata la scuola, che seppe inventare un nuovo sistema di costruzione di volte senza armatura, risolvendo un difficile problema di tecnologia e producendo uno spazio meraviglioso. Sul foglio, attorno al disegno della cupola, trame di mattoni "a spina di pesce" e cerchi e studi i linee allusivi alla fatica della ricerca. Affianco l'elaborazione ideale diviene in parte realtà nella raffigurazione di una prospettiva centrale, in parte disegnata-progttata, in parte reale, di un ambiente quadrato con finestre ed archi a tutto sesto, allusivo alle forme dell'architettura del Quattrocento ma anche alla razionalità come criterio di sistemazione progettuale della realtà, simboleggiata dalla prospettiva che fa da sfondo a un tavolo ingombro di altri progetti, squadre e compassi.
Più avanti altri oggetti allusivi a scoperte scientifiche e strumenti di indagine del reale che accennano ad una storia della scienza: dalla pila ad un apparecchio elettronico per registrare, a un computer. Appeso alla parete uno scaffale raccoglie altri strumenti-testimonianze dello studio e della ricerca: un apparecchio di Kipp, scheletri, ossa, libri, meccanismi, una farfalla, la cui presenza accenna alla scoperta e assimilazione della bellezza, oltre che delle leggi scientifiche, nella ricerca.
Le pareti ai lati dell'ingresso a vetri si sono dovute scrostare perché la pittura a tempera era in più punti staccata o in via di staccarsi.
A sinistra si sono rappresentati dei ragazzi come fruitori-gestori-destinatari degli strumenti di indagine e di compressione della realtà, per cui l'andare a scuola è l'accesso agli strumenti, ai mezzi del fare cultura che è progettazione di un mondo nuovo oltre che acquisizione del già indacato. Un gruppo infatti è raccolto a discutere intorno a un foglio-progetto.
A destra dell'ingresso si è realizzato un disegno che compendia il prodotto del fare cultura nella costruzione di un uomo nuovo. Appaiono di nuovo strumenti chimici, colori, scatole-contenitori colorati e un marchingegno meccanico che allude all'elaborazione progettuale, un gruppo di ragazzi, divenuti artefici, che costruiscono. L'immagine è quella della costruzione di un muro di mattoni, ma più avanti avviene la costruzione dell'uomo nuovo di cui questo appare un dettaglio.
L'immagine dell'uomo nuovo è nata dal disegno fatto da una ragazza della scuola, ispirato alla creazione di Adamo di Michelangelo, ma poi è stata modificata sostituendo al volto un sole sorridente, che sintetizza l'uomo ecologico, riconciliato con la natura e produttore-protettore dei frutti della terra, che nascono dalla sua mano. Al Dio creatore che già nel disegno della ragazza era stato rimpiazzato da un non meglio precisato meccanismo robotico si è preferito sostituire gli uomini indaffarati a fabbricare il modello dell'uomo. La figura, gigantesca, è cinta ancora, come in costruzione, da una fitta impalcatura. Nel petto si apre uno sportello e nel vano aperto si intravedono i meccanismi interni, fra le varie rotelle, ancore, ingranaggi figura, su una ruota, il simbolo della pace.
L'idea della pace è ripresa nell'ultima porzione di muro all'estrema destra del porticato, dove da un emorme fiore spunta un arcobaleno, simbolo di pace (l'arco della nuova alleanza fra Dio e ogni essere vivente, Genesi, IX, 9-17) e un cavallo alato scalpita sull'erba, anche il cavallo alato è stato proposto dai ragazzi e subito accettato come uno dei simboli più antichi rappresentativo insieme di un'armonia degli uomini con la natura: l'animale che unisce la sua forza a quella dell'uomo, dando le ali alla fatica, cioè alleviando la fatica dell'uomo, allusione al fatto che non può esserci pace senza l'eliminazione di ogni schiavitù.
Sulla fascia più bassa più bassa del corpo di fabbrica a destra dell'ingresso è stata ripresa l'idea ecologica rappresentando grandi fiori, un bruco, che più avanti diventa farfalla, fiori, un grande uccello appollaiato, un serpente multicolore, rapresentati la per fondere poi le loro immagini con quelle delle piante che sono in crescita nel terreno antistante.
Sulla parete cieca del corpo di fabbrica, girato l'angolo, alta sette-otto metri, si è ripresa l'idea del progetto dell'uomo nuovo, rappresentando un enorme foglio di carta spiegazzato su cui compare disegnato il volto di un uomo.
L'ispirazione del disegno è in un foglio di Villard de Honnecourt recante il disegno di un volto umano su una quadrettatura per la proporzionata riproduzione e scultura di figure umane nella costruzione di cattedrali medievali. All'idea di riproduzione della figura umana abbiamo sostituito quella di progetto dell'uomo.
Alla sagoma lineare del volto si sono aggiunte linee intrecciate che alludono a una quadrettatura per riproduzione in scala, ma anche alla piegatura del foglio e, a destra, allusioni agli antichi approcci alla natura attraverso le teorie cosmologiche, la magia, l'astrologia. A destra, sul bordo del foglio, compaiono studi di orbite di corpi celesti, una mano con i trcciati delle linee della vita e delle influenze degli astri, il sole, la luna, la pianta di un piede attraversata da vari solchi e un occhio, allusioni alle medicine orientali che hanno individuato possibilità diagnostiche e potenzialità di cura del corpo attraverso interventi sulla pianta del piede: la pianta del piede, nel senso di "planimetria" e la mappa della mano...
A sinistra, sul margine del foglio compaiono invece disegni allusivi alle produzioni del cervello, dell'attività pensante per cui la cornea dell'occhio diviene la ruota motrice di un ingranaggio che produce il pensiero. Le linee ortogonali graduate, all'interno dell'iride alludono all'occhio umano indagine, studio e progetto.
A lato alcune immagini che sintetizzano le invenzioni prodotte dal meccanismo del cervello-scienza, dall'invenzione progetto della ruota all'invenzione dell'aeroplano, partendo dall'osservazione del volo degli uccelli, l'ala, atraverso tentativi di riproduzione, le ali articolate fabbricate da Leonardo, mentre la mongolfiera e il dirigibile alludono ad altri tentativi nella stessa direzione.
Guardando l'opera finita, all'ingresso della scuola, si ha, a destra questo foglio-progetto, a sinistra i fiori, la natura rigogliosa che ha ragione dei suoi nemici, in mezzo gli strumenti di indagine per comprendere e progettare e la effettiva traduzione in pratica delle idee e dei progetti che producono una nuova cultura, pacifica, e in armonia con la natura.
Una sintesi e una prospettiva di ciò che potrebbe essere la scuola se solo funzionasse per bene: un luogo dove si elabora e si produce una nuova coscienza di pace, dove si fabbrica un uomo nuovo.
Afragola, 11 - 20 maggio 1987
IL GRIDAS
Spiegazione pubblicata sull'opuscolo dei Docenti di Scienze del Liceo Scientifico Statale "F. Brunelleschi" di Afragola (NA) «8° Seminario di Ecologia - Il Mediterraneo: tra scienza e identità culturale» dell'anno scolastico 1993/94.