Resina acrilica: il plexiglass
Un altro materiale dalle notevoli potenzialità, soprattutto per realizzare lavori di rapida conclusione, come è sempre ardentemente desiderato dai ragazzi, è il plexiglass.
È una resina acrilica spesso usata in sostituzione del vetro allo scopo di utilizzare la sua maggiore elasticità per evitare le spaccature caratteristiche delle vetrate, e specie per le insegne pubblicitarie.
Se ne trova di tutti gli spessori, da due a 7-8 millimetri e si vende a peso, a dodicimila lire il chilo, che è una bella cifra. Dai rivenditori, che lo ritagliano su misura, secondo le esigenze dei clienti, si può acquistare plexiglass in ritagli a metà prezzo, seimila lire il chilo, che è più ragionevole. Ma si può trovare plexiglass per le strade, in prossimità di negozi dopo gesti vandalici che ne hanno spaccato le insegne.
A parte il plexiglass di imitazione del vetro, incolore, e quello dalla colorazione tipica delle materie plastiche, usato più spesso nelle insegne, ce n'è di colori bellissimi, fumè, marrone, giallo fluorescente, celeste: soprattutto quello giallo fluorescente è di bell'effetto perché rifrange la luce nello spessore, che sembra acceso.
Da pezzetti di plexiglass si possono ottenere oggetti bellissimi, ritagliando le forme con un seghetto ad arco, usando con cura le lame di maggiore spessore, n. 5 o n. 6. La cura consiste nel tenere presente che lo sfregamento della lama nel plexiglass oltre a segarlo lo scioglie e il calore stesso fa saldare di nuovo le briciole e questo, unito alla durezza del materiale, provoca frequenti spezzature delle lame. Bisogna armarsi di pazienza e di un buon numero di lame e insistere; sostituendo ripetutamente le lame spezzate, finché non si acquista "la mano".
Si possono produrre forme varie, di animali, di oggetti o astratte, disegnando con la lama del seghetto ad arco sulla superficie vergine e pregnante del materiale.
Per maggiore comodità si può delineare la traccia con una punta dura (anche un chiodo sufficientemente grande da potersi impugnare saldamente e con la punta affilata per renderla più aguzza, va bene) tenendo presente che la punta tende a scivolare sulla superficie liscia.
Prodotta una forma, se ne può fare un oggetto da tenere su una base, sempre di plexiglass, che si può fissare con l'apposito collante, o usarla per appenderla.
Il plexiglass è un materiale termoplastico e si può facilmente produrvi un foro per farvi passare un anello o un filo per appenderlo, servendosi di un chiodo o di un pezzo di filo di ferro dello spessore voluto, riscaldato al calore rosso sulla fiamma del gas. (Per evitare ustioni è opportuno reggere il filo di ferro o chiodo che sia con un paio di pinze!).
Si possono confezionare anche scatole con le facce di colori diversi o dello stesso colore, con o senza coperchio e lampade, inserendo nella scatola una fonte luminosa, avendo cura di praticare dei buchi per evitare il surriscaldamento.
Eventuali spaccature possono ripararsi con l’apposito collante (venduto dove vendono il plexiglass) a presa immediata o sovrapponendo ai bordi accostati della spaccatura pezzetti di plexiglass di diverso colore ben rifiniti.
Per la rifinitura si può usare una lama apposita per le materie plastiche prodotta dalla Stanley, impugnabile come una pialla nella raspa a pialla Stanley e per le rifiniture più sottili la carta vetrata, tenendo presente però che le superfici scartavetrate perdono lucentezza, per le rigature prodotte dalla sostanza abrasiva.