Per fare murales
Murale; aggettivo sostantivato entrato nell'uso comune da circa quindici anni per indicare le pitture fatte sui muri.
Un tempo si chiamavano affreschi perché erano dipinte, con colori composti dai pittori medesimi, sull'intonaco ancora fresco e il colore diveniva tutt'uno, con l'intonaco, asciugandosi.
Ora li si fa sovrapponendo la pittura alla superficie muraria, che spesso è tutt'altro che fresca di intonaco anzi spesso è malridotta o fatiscente, dato che i muri su cui possiamo operare sono quelli più disastrati o abbandonati, il cui imbrattamento non susciterà le ire di nessun padrone, anche perché spesso padrone non ne hanno.
I muri migliori sono quelli di pietra grezza, con poco intonaco: l'intonaco dei muri abbandonati è il primo a cadere e se ci si dipinge sopra si fa un lavoro inutile perché alle prime intemperie si staccherà tutto dal muro.
Le rocce vulcaniche o calcaree sono meno assorbenti, i tufi invece richiedono più pittura perché si inzuppano, ma si può limitare lo spreco dando una mano di colla sulla superficie grezza, conseguendo così vari scopi: si elimina la polvere, si favorisce una migliore adesione della pittura al supporto, si risparmia pittura.
La Sichozell a scatola rossa (quella per la pittura, non quella per i parati, che ha la scatola gialla) o altro preparato analogo, va bene.
Uno scatolo (lire 1.700) diluito in un secchio (circa 20 litri) di acqua (far cadere a pioggia le scaglie di colla mentre si rimescola l'acqua, far riposare per un po' di tempo e spalmare con grandi pennellesse, sbattendo per bene il pennello per far penetrare la colla in tutti gli anfratti delle pietre) copre in genere una superficie piana di un murale medio, di 30, 50 metri quadrati.
Se il fondo è brutto (anche se a prima vista sembra bello liscio, passandovi sopra la mano la si ritira con la vecchia pittura polverizzata sulle dita) è meglio scegliere un altro muro. Se non si può, conviene passare una mano di colla di coniglio (si vende in perline da sciogliere in acqua bollente e passare sul muro a caldo).
Richiede più lavoro che la colla precedente e non è garantito che poi col tempo pittura e colla non si accartoccino e si stacchino dal muro!
La progettazione di un murale va fatta tenendo presente il muro su cui operare.
Se ha una forma rettangolare è bene occupare TUTTO il rettangolo. Se vi sono fori, finestre, porte, è bene studiare come inserirli nel contesto del disegno, per fare in modo che il murale sia un tutt'uno col muro e non dia invece l'impressione di un quadro o peggio un parato appeso al muro.
La pittura che usiamo correntemente è quella lavabile per esterni: idropittura lavabile o superlavabile.
Se ci sono particolari irregolarità della superficie e non si sta proprio con le pacche nell'acqua (ossia si può disporre di un po' di danaro) conviene dare il fondo a spruzzo, con una pompa a treppiedi che tramite una leva in uno stantuffo produce il risucchio e lo spruzzamento della pittura. La pompa costa sulle 60.000 lire. La pittura da spruzzare deve essere ben diluita e al fondo del bidone, dove resta il colore più denso, bisogna stare attenti che i buchini dell'aspiratore non si otturino, aggiungendo acqua e rimescolando.
È da escludere la tempera perché, anche se costa poco, tende a sfarinarsi e a venir via con le intemperie.
Il superlavabile costa di più, ma di un buon lavabile ci si può fidare. A seconda dell'esposizione del muro, che determina un maggiore o minore sbiadimento, abbiamo sperimentato che è sicura una durata di sei, sette anni.
Nei prossimi anni saremo in grado di documentare eventuali durevolezze più prolungate.
Per un fondo a spruzzo su un centinaio di metri quadri se ne va facilmente un bidone di bianco da 25 Kg., ben diluito con un terzo di acqua.
Per ottenere le pitture colorate è bene acquistare le tinte base, dei colori fondamentali: bianco, nero, giallo, rosso, blu.
(Contrariamente a quanto può far credere il colore pastello della stragrande maggioranza delle pareti delle case, infatti, la pittura lavabile si produce e si vende in una moltitudine di tonalità e tinte base).
Per colori non molto intensi si possono usare le madritinte, quelle bottigliette di colore intenso che sono esposte da ogni colorista e si vendono in diversi formati da un decimo a un quarto di chilo, a prezzi variabili a seconda dell'onestà del rivenditore.
Le madritinte non vanno usate da sole perché stingono, colorando la pioggia, ma sempre mescolate col bianco.
Bisogna tener presente comunque che si possono ottenere quasi tutti i colori possibili, mescolando madritinte diverse, ma non si possono ottenere colori molto intensi, che perciò conviene comprare a parte, specie il rosso e il nero.
Per ottenere un colore più vivo, se non si è dato il fondo bisogna dare una mano di bianco sotto (per esempio le lingue di un fuoco o un bel rosso di una bandiera) se no i colori vengono spenti.
Il colore, appena aperto il bidone, va rimescolato con cura per almeno cinque minuti, con un bastone di legno o una bacchetta di ferro, aggiungendo un dito di acqua per ogni chilo.
Il colore è pronto quando cola via uniformemente dal bastone senza ispessimenti dove pescava più profondo nel bidone, ma non bisogna esagerare con l'acqua se no diventa troppo sciacquo.
Una buona diluizione agevola il lavoro favorendo la spalmabilità del colore e serve ad evitare inutili sprechi. Da tenere presente quando si lavora con i bambini e in genere con gente che non ha mai usato i pennelli.
I pennelli migliori sono quelli piatti da 4 cm. che permettono di ottenere due spessori di linee, a seconda che si usino nel senso della larghezza o nel senso dello spessore e quindi hanno maggiore versatilità di quelli rotondi.
Da evitare i pennelli troppo spessi (gli "strozzati") che si inzuppano inutilmente di colore senza costrutto, e sono difficilmente lavabili dopo l'uso. I pennelli a manico lungo un po’ schiacciati, numero 16 o 18 pure vanno bene.
I pennelli vanno bagnati nel colore non fino al manico ma per circa metà della lunghezza dei peli, poi premuti sul bordo del barattolo per sottrarne l'eccesso di colore e usati con i peli rivolti all'in giù, per evitare che il colore goccioli in mano o nelle maniche, sempre nello stesso verso, se si vuole ottenere una linea ben definita e non sfarfallante, e girandoli nella mano ogni tanto, perché il colore tende ad addensarsi nei peli dalla parte opposta al muro.
Dopo l'uso, quando la pittura e ancora fresca i pennelli vanno lavati in acqua corrente, o se ciò non è possibile subito, deposti in un secchio di acqua in attesa di un lavaggio più accurato.
È bene, per lavorazioni ampie, fornirsi di una tuta o comunque di vestiti di poco prezzo perché la pittura è "lavabile" nel senso che resiste al lavaggio del muro dipinto, ma non viene via lavandola dai vestiti, una volta che le fibre si siano inzuppate.
Nella pittura murale è bene delineare con un tratto nero le figure se si vuole che il disegno risalti con chiarezza e sia visibile da lontano.