Luciano Ferrara - Reporter - Immagini fra l'utopia e la quotidianità
Questo giornale corrisponde alla aspirazione, più volte sottolineata negli articoli, di capovolgere le logiche dell'acculturazione, la gestione verticistica del potere culturale, come di ogni potere, per cui dalla invenzione di una ideologia si arriva alle "mode" che soggiogano il popolo sprovveduto.
Ricostruire la storia di un piccolo gruppo come il nostro richiede anche il ricorso al recupero delle immagini di eventi ormai passati, ma importanti e decisivi per la vita del gruppo e la vitalità culturale della società che ci circonda, tout court. Perché le immagini, passato l'evento che ritraggono, diventano supporto alla storia, una storia legata a momenti, ormai presenti solo nel ricordo, che la concretezza dell'immagine fa tornare attuali.
È quello che ci ha permesso la disponibilità di Luciano, che aggiunge, al suo lavoro di controinformazione fotografica la storia vista, oltre che vissuta, dal basso,un valore di documentazione-archivio storico della coscienza, più durevole e forse non abbastanza valutato.
Documentare la vita e le lotte e le condizioni della gente, diventa allora un atto di denuncia, assume il valore e l'efficacia di un lungo discorso, a condizione che l'occhio sia l'ultima propaggine della coscienza, abituata a scegliere e sapere da che parte stare, e la macchina fotografica, un accessorio dell'occhio, al servizio della memoria. Le immagini non possono allora essere neutrali, ma nella stessa precisione della scelta e della realizzazione si caricano di valori che le rendono meno effimere.
La mostra realizzata a Villa Pignatelli e il relativo catalogo consegnano alla memoria di tutti, attraverso le immagini, una testimonianza durevole della propria storia e una spinta al confronto-verifica: come eravamo, come siamo cambiati o non siamo cambiati, nella prospettiva, di ogni attività culturale, di accorciare le distanze fra le immagini dell'utopia e quelle della quotidianità, senza finzione.