Un sorriso per Felice
Felice era poco incline all'uso delle nuove tecnologie multimediali. Il suo amore per la natura, la scelta per un vivere semplice, lo portavano a privilegiare l'impiego di materiali poveri, riciclati. Nelle attività artistiche, come nella vita quotidiana privata. Ma la curiosità, che è la grande forza che muove tutti gli spiriti liberi, come lo era Felice, non gli impediva di tendere un occhio e un orecchio verso il mondo informatico. Fu così che nel Luglio scorso si lasciò coinvolgere, dopo non poche resistenze, in un incontro presso la Piazzatelematica di Scampia tra un folto gruppo di rappresentanti di associazioni del territorio con alcuni tecnici, in rappresentanza del Comune di Napoli. Quell'incontro fu richiesto dalle associazioni. Queste chiedevano di sapere se il Comune avesse previsto uno spazio, una qualche forma di utilizzo, da parte dell'associazionismo culturale del territorio, di almeno qualcuna delle attrezzature di cui dispone la Piazzatelematica (costruita, forse è bene ricordarlo, con fondi europei).
La discussione andò per le lunghe. I tecnici presenti si lasciarono andare ad una ampia "dissertazione" sulla bontà dei mezzi informatici, sul mondo virtuale, ecc. Felice, persona umile e bonaria ascoltava in silenzio ma chi lo conosceva non aveva difficoltà a leggergli sul volto un crescente disagio di fronte a tanta scoppiettante retorica. Ad un certo punto uno dei tecnici annunciò che, prevedendo anche il coinvolgimento delle associazioni presenti, a Capodanno era prevista una festa inaugurale della Piazzatelematica con un collegamento multimediale in diretta con la consueta festa di Piazza del Plebiscito. Fu allora che Felice ruppe il rigoroso silenzio e sbottò: "a questo capodanno virtuale posso portare una bottiglia di spumante o anche il brindisi deve essere virtuale?".
Una volta, parlando di cinema scoprimmo di avere in comune l'amore per il regista giapponese Akiro Kurosawa. Di questi in particolare Felice amava il film "Sogni" e la scena finale del funerale. Un corteo funebre festoso, tante persone in maschere coloratissime che suonano, cantano, ridono.
Non considerate, allora, irriverente aver ricordato in questa circostanza l' aneddoto del "brindisi virtuale", sono certo che a Felice avrebbe fatto piacere.
Ernesto Mostardi