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Felice Pignataro, uno di noi

Molti lo conoscevano. Molti non sanno nemmeno di chi si parla. Per tanti di noi Felice era Felice. Come raccontarlo? Un artista, un poeta, un muralista, un inventore, un compagno. A Napoli, in uno dei territori più complessi, a Scampìa, il Gridas, centro sociale nato con lui nel 1981 cerca di essere un cantiere di proposte culturali, di dare luce a quelle strade poco illuminate, di rompere con il consueto, l'omologato, di fare poesia dove tutto ti porta a perdere la fantasia e di ridare senso a parole, gesti, azioni. Con Felice è andato via uno di noi. Uno che ha in modo unico, originale, tutto suo, colorato le sue, le nostre strade. Uno capace di dire verità in modo semplice, quasi da bambino, ma ironicamente efficace. Uno che lasciava stupiti, spiazzati, meravigliati, ma che aiutava a riflettere, con il sorriso sulle labbra, uno che non si poteva non notare per le sue «pazzerie», le sue intemperanze, la sua dolcezza, la sua allegria, uno che proponeva analisi intelligenti, acute, critiche, uno che la «rivoluzione» l'ha fatta con i segni, con i tratti e i colori dei suoi murales, con le armi affilate e pungenti delle sue filastrocche, con la coerenza del suo modo di vivere. Ci mancheranno il suo tamburo, la sua feluca e il giubbino rosso, i suoi sandali consumati, le sue «invenzioni», le sue maschere, i suoi televisori finti, i suoi carnevali, le sue cartoline, le sue canzoncine... Non vuole essere retorica, ma pensiamo che il modo migliore per essere «feliciani» è quello di mantenere vivi il suo ricordo, il significato, il senso delle sue battaglie, continuando a camminare su quelle strade immaginarie e tanto reali da lui disegnate.

Compagni coop. 'O Pappece-bottega del mondo
associazioni e singoli Rete Lilliput-Nodo di Napoli
lettera a "ilmanifesto", 18 marzo 2004.